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Trend socio-economici in atto

Il territorio del bacino del Po accoglie le aree a maggior sfruttamento antropico in Italia: la pianura padana può essere considerata, secondo i criteri di EUROSTAT, un unico, anche se parzialmente discontinuo, vasto territorio metropolitano. Lo stato delle risorse idriche dipende in larga parte dall’uso per scopi produttivi, per i quali d’altronde la presenza della risorsa è vitale: il settore agricolo, quello industriale e energetico e quello civile generano una enorme richiesta di risorsa idrica.

La ricostruzione dei trend in atto e degli scenari futuri di evoluzione socio-economica è un’operazione alquanto complessa e gravata dall’incertezza degli scenari economici europei e globali, oltre che da quella degli impatti dei cambiamenti climatici.

La popolazione mostra un trend positivo (+6%) dal 2001. Secondo le proiezioni di ISTAT, il numero di residenti è destinato ad aumentare sotto tutti gli scenari demografici raggiungendo nel 2050 valori compresi fra i 18 e i 21 milioni (da +7 a + 26 per cento rispetto al 2011). Alla crescita demografica corrisponde una previsione di sviluppo positivo anche per i territori urbani, e di conseguenza della domanda idrica, anche se le previsioni di modifica della composizione sociale (aumento del numero di anziani ecc.) potrebbero controbilanciare la tendenza generale.

La domanda idrica del settore industriale si prevede possa rimanere stabile, anche a causa della considerazione che la delocalizzazione della produzione è ormai un processo compiuto e stabilizzato. Anche nel settore energetico si prevede che la domanda rimanga stabile: la recente Strategia Nazionale Energetica (D.M. 8 Marzo 2013) non prevede una modifica sostanziale del mix energetico, anche se l’aumento della richiesta di biomasse potrebbe incrementare la richiesta idrica del settore energetico attraverso il settore agricolo, tuttavia compensabile nel complesso da un efficientamento dell’uso per raffreddamento nelle centrali ad idrocarburi.

Lo scenario evolutivo della richiesta per il settore agricolo risulta invece più incerto. Le politiche Europee (PAC 2014-2020) e il Piano Irriguo Nazionale richiedono un aumento consistente dell’efficienza irrigua nel settore; inoltre, il Sesto Censimento Agricolo Nazionale mostra una prolungata fase di contrazione del settore. A ciò si contrappone l’aumento della temperatura e della variabilità annuale e stagionale, con l’incremento della frequenza ed intensità di onde di calore e siccità. Un aumento della domanda irrigua, tuttavia, potrebbe essere compensato dall’incremento dell’efficienza delle reti di distribuzione e della loro gestione. In alcune aree del distretto, come quelle appenniniche, i margini di efficientamento dei sistemi irrigui sono, tuttavia, ormai ridotti per i diversi investimenti già realizzati negli anni scorsi. Possono quindi esistere vincoli strutturali del sistema irriguo rispondenti a specifiche caratteristiche territoriali che rendono economicamente non sostenibili, o tecnicamente non efficaci, interventi di modifica sostanziale dell’assetto distributivo attuale.

Nella Tabella 6.6 si riporta una sintesi per ciascun settore di impiego delle risorse idrici delle potenziali tendenze future e dei cambiamenti rispetto al quadro fornito nel PdG Po 2010.

Settore di uso delle risorse idriche Previsione
Settore industriale ed energetico Non si prevede alcun cambiamento sostanziale nella richiesta idrica dei settori industriale ed energetico nel medio-lungo periodo. Sebbene la componente rinnovabile aumenti, la sua richiesta idrica è considerata ininfluente.
Settore civile Si prevede un aumento generale di acqua nel medio periodo dovuto all’aumento demografico. Nel lungo periodo la tendenza può essere stimata in diminuzione, grazie a dinamiche di cambiamento sociale, campagne di sensibilizzazione al risparmio e maggiore efficienza delle apparecchiature domestiche.
Settore agricolo Trend contrapposti. Da un lato è stringente la richiesta per sistemi irrigui più efficienti, dall’altro è evidente l’aumento della produzione di colture idro-esigenti come le biomasse energetiche. L’aumento delle temperature e dell’evapotraspirazione potrà comportare un aumento della domanda nelle stagioni più calde, incrementando lo stress idrico dovuto a potenziali siccità. Le richieste del mercato continueranno ad avere un’influenza preponderante sulle scelte di produzione agricola, molto più che la disponibilità idrica.

Per tutti gli usi, rimangono da valutare gli effetti che i cambiamenti climatici potranno avere sulla disponibilità di risorse. Già negli episodi di siccità più recenti, come quelle del 2003 e del 2006, si è evidenziata l’impossibilità di garantire il pieno utilizzo di alcuni utilizzi idrici. L’inasprirsi di questi fenomeni pongono serie incognite sulle possibilità future di soddisfare per intero la domanda di acqua nel bacino e potrebbero imporre se non altro una drastica rimodulazione delle quantità esistenti a favore degli usi primari.